Pangiallo romano
Il pangiallo, meglio noto come pangiallo romano è un dolce tipico del Lazio, che ha la sua origine nell’antica Roma e più precisamente durante l’era imperiale. A quei tempi distribuire questi dolci dorati, durante la festa del solstizio d’inverno, era di buon auspicio per il ritorno del sole. Infatti è impreziosito da un sottile strato costituito da una crosta dorata che dona al dolce la sua tipica brillantezza. Il tipico pangiallo romano, ha subito numerose trasformazioni durante i secoli. Tradizionalmente il pangiallo veniva ottenuto tramite l’impasto di frutta secca, miele e cedro candito, il quale veniva in seguito sottoposto a cottura e ricoperto da uno strato di pastella d’uovo. Fino a tempi molto recenti nella preparazione del pangiallo le massaie romane mettevano i noccioli della frutta estiva (prugne e albicocche) opportunamente essiccati e conservati al posto delle costose mandorle e nocciole.
Ingredienti
Procedimento
- Tritare tutti gli ingredienti e riscaldare il miele in un pentolino a fuoco molto basso.
- Mettere in una bacinella il tutto e mescolare con un cucchiaio di legno finchè non si avrà un impasto denso.
- Prenderlo poco per volta con le mani e formare dei panetti premendo con forza e addensandolo.
- Sistemarli nel forno e far cuocere per circa mezz’ora.
Varianti
Nell’ultima reinterpretazione del pangiallo romano, ad opera del maestro Angelo Colapicchioni, sono stati aggiunti alla ricetta tradizionale anche: mandorle, noci, pinoli, nocciole, uva passa e pistacchi.
Origine
Roma.
Curiosità
Nella ricetta leggermente modificata da Angelo Colapicchioni, il Pangiall’Oro®, ormai divenuto un marchio registrato, è prodotto esclusivamente con ingredienti naturali selezionati di alta qualità. Non è ammessa l’aggiunta di zucchero ed altri additivi.