La top ten di Pasqua 2023. Ecco le 10 ricette regionali più amate dagli italiani
Roma, 4 aprile 2023 – Saranno 350 milioni le uova consumate durante la Settimana Santa, pari a circa 125 milioni di euro. A renderlo noto alla vigilia della Pasqua è Unaitalia, l’Associazione che rappresenta la quasi totalità della produzione avicola nazionale.
Sode, sotto forma di frittata o strapazzate, secondo un’indagine AstraRicerche 2023*, le uova sono un alimento immancabile sulla tavola delle feste pasquali per più di un italiano su tre (34,5%) sorpassate solo da uovo di cioccolato e colomba (indispensabili per oltre il 60% degli italiani) e preferite ad agnello (31,9%), salame (30,5%) e torta salata di formaggio (22%).
Ma non ci sono solo le uova tra i must di Pasqua per gli italiani. Ecco di seguito la classifica delle ricette regionali più amate dagli italiani per le festività pasquali.
La top ten delle ricette di Pasqua
1 – Casatiello salato e pastiera
È un piatto corposo e ricco di gusto in un’altalena di sapori fra la pancetta, il pepe e la morbidezza del formaggio. Una pietanza con una forte simbologia cristiana: rappresenta infatti la corona di spine del Crocifisso e viene mangiato il Sabato Santo accompagnato da fave, soppressata e ricotta salata.
E in Campania non può mancare la Pastiera. Grano, ricotta, uova e acqua dei fiori d’arancio, gli ingredienti che la rendono unica. Sulla vera ricetta della pastiera napoletana ognuno dice la propria e il dibattito ferve, non manca infatti la sua versione stellata proposta dagli chef campani Andrea Aprea (Andrea Aprea Ristorante, Milano, una stella Michelin), Giuseppe Iannotti (Krèsios, Telese, due stelle Michelin) e infine Salvatore Bianco (Il Comandante del Romeo hotel, Napoli, una stella Michelin).
2. La Colomba
È uno dei dolci tradizionali più consumati durante la festività pasquale la cui nascita è avvolta da leggende. La più famosa attribuisce la sua origine all’epoca longobarda, quando il re Alboino, durante l’assedio della città di Pavia, ricevette in dono dalla popolazione del luogo un pane dolce a forma di colomba in segno di pace. Ma il merito della sua commercializzazione è del pubblicitario Dino Villani che pensò di lanciare sul mercato un dolce tipico per Pasqua, riciclando lo stesso impasto dei panettoni e i macchinari utilizzati per la produzione del dolce natalizio.
3. Fiadoni molisani
Deliziosi ravioli a forma di mezzaluna al formaggio. Un impasto di farina, uova, olio e vino il cui ripieno varia in base alla tradizione famigliare. Il gustoso panzerotto è infatti emblema della cucina casalinga, spesso farciti anche con le uova, vengono serviti come antipasto oppure come secondo. Tra le varianti più apprezzate è quella con l’aggiunta di un po’ di scorza di limone alla farcitura insieme a qualche foglia di prezzemolo tritato.
4. Torta Pasqualina ligure
Torta salata tipica della zona di Genova, cotta al forno e ripiena di verdure, uova e formaggio. L’origine di questo piatto tipico si perde nella notte dei tempi e la paternità è contesa, anche se una conferma della sua origine ligure viene da un documento del 1500 dell’umanista Ortensio Lando. La maggiorana e la prescinsêua (tipico formaggio ligure) sono gli ingredienti irrinunciabili mentre per la sfoglia la tradizione vuole che se ne facessero ben 33 strati, come gli anni di Cristo. Nel passato la sua cottura, viste le dimensioni, veniva delegata ai panettieri che sapevano riconoscerle grazie alle incisioni sulla pasta delle cuoche.
5. Pizza di Pasqua
Rientra tra le pietanze immancabili del menu di Pasqua dell’Umbria. Si tratta della classica torta al formaggio ma ogni famiglia custodisce gelosamente la sua ricetta segreta, e solitamente viene preparata il giovedì o il Venerdì Santo per essere gustata in abbinamento ai tipici salumi regionali e alle uova sode nella tradizionale colazione pasquale. Le sue origini sembrano però marchigiane, precisamente ad opera delle monache del monastero di Santa Maria Maddalena di Sera de’ Conti (Ancona).
6. Scarcella pugliese
Da biscotto a simbolo di resurrezione. Presente sulle tavole di tutto il territorio pugliese ed in particolare su quelle dei comuni del barese, è la «scarcella» il dolce tradizionale della Pasqua lucana. Non colombe o uova ma un semplice biscotto di diverse forme, con all’interno un uovo sodo tassativamente da levare prima di mangiarla, preparato con olio extravergine d’oliva che viene consumato durante la Pasqua ed i giorni successivi. La sua origine risale ai primi secoli della diffusione del Cristianesimo: nasce a forma di ciambella con sopra delle uova sode tenute ferme con due listelli intrecciati a forma di croce. Il suo nome, scarcella, deriverebbe dal verbo scarcerare e ha un significato simbolico: l’uovo rappresenterebbe il corpo di Cristo, che all’alba di Pasqua si «scarcerò» dal sepolcro con la Risurrezione.
7. Bensone modenese
Il dolce millenario emiliano. La ricetta è tra le più antiche e immutate dell’Italia; infatti, è definito tra i piatti meno modificati della storia emiliana: da secoli e secoli la sua preparazione prevede un impasto di farina, uova, burro, latte e miele. L’unico che si è modificato è proprio il miele, da quando nel 1747 Sigismondo Margraff scoprì nella beta vulgaris l’esistenza del saccarosio. Da mangiare a fine pasto, magari da inzuppare con del Lambrusco, è ideale come digestivo gustoso dopo il pranzo pasquale.
8. Rognosa
La frittata regina del Piemonte chiamata così perché esteticamente non proprio bella. Tipica delle zone rurali, la sua preparazione è semplice e prevede tra gli ingredienti solo il salame fresco e poco stagionato, le uova, burro e parmigiano. Si narra che la sua ricetta era anticamente apprezzata anche a corte tanto da rientrare nei piatti preferiti di Vittorio Emanuele II: la frittata fu infatti servita inconsapevolmente da una contadina al sovrano in incognito, rientrato affamato da una battuta di caccia.
9. Pasimata o “schiaccia”
Dolce tipico toscano che prende il nome dalla tradizione di preparare, alla fine della Quaresima, tanti dolci schiacciando decine di uova. Si tratta di un dolce lievitato, insaporito con semi di anice e scorza di arance, dalla lunga e laboriosa preparazione che, a seconda della quantità di impasto, può durare anche due giorni. È un dolce che affonda le sue origini nella religione, veniva infatti utilizzato come pane rituale -da dividere fra tutti in segno di comunanza fraterna- e che veniva benedetto dai parroci e distribuito in chiesa.
10. Fugassa
In Veneto può considerarsi davvero Pasqua soltanto se sulla tavola è presente la fugassa. Si tratta di un dolce tipico regionale, di origini trevisane, cotto nel forno a legna, la cui sofficità è il risultato di numerose lievitazioni (quattro in totale). Il suo sapore varia a seconda della zona del Veneto in cui è preparata, gli aromi classici sono il marsala o lo Spumadoro (miscela di oli di agrumi e curcuma). La forma è rotonda e la superficie è glassata con uova e zucchero in granella mentre le sue radici affondano in una storia antica che la riconducono a Treviso, dove è stata ideato da un fornaio della città in occasione della Pasqua, aggiungendo all’impasto del pane le uova, burro e zucchero. La tradizione popolare narra che la fugassa fosse preparata anche in occasione dei fidanzamenti e donata alla famiglia della sposa, con l’anello riposto al suo interno.
*Indagine AstraRicerche realizzata su un campione rappresentativo della popolazione italiana 18-70 anni in modalità CAWI.
Fonte dell’articolo: Ufficio stampa Unaitalia – INC – Istituto Nazionale per la comunicazione