Panelle palermitane

Panelle palermitane
  • Tempo: 30 minuti
  • Bambini: adatto ai bambini
  • Celiachia: non contiene glutine
  • Difficoltà: facile

Le panelle, frittelle di farina di ceci sono una delle specialità gastronomiche “da strada” palermitane, diffuse anche nelle province di Agrigento, Trapani e Caltanissetta. Preparate con farina di ceci, acqua e sale e l’eventuale aggiunta di prezzemolo, le panelle solitamente si mangiano in mezzo a panini con sesamo, rotondi e morbidi, spesso accompagnate con crocchè di patate alla menta, chiamate in siciliano cazzilli o con altre specialità fritte in pastella. La ricetta riportata di seguito ci è stata gentilmente offerta dallo chef Marcello Valentino.

Ingredienti

  • 250 gr di Farina di ceci,
  • mezzo litro di acqua,
  • sale,
  • pepe nero…

«…e io amo molto mettere nell’impasto i semini di finocchio granato.” Aggiunge Marcello Valentino».

Procedimento

  1. Su un tegame sciogliere la farina di ceci in acqua fredda, salata e pepata aggiungendo anche i semi di finocchio.
  2. Passare la miscela sul fuoco medio, girando continuamente con un cucchiaio di legno, fino a che non si addensi e si stacchi in modo compatto dalle pareti del tegame. Solo a questo punto passare su degli stampini e una volta raffreddati friggere rigorosamente in olio extravergine di oliva filtrato a 170 C°.

 Street Food palermitano

Le panelle inseparabili compagni dei cazzilli, devono il loro nome alla tipica forma fallica. “U pani chi Panelli e cazzilli” (il pane con le panelle e le crocchette di patate, foto a sinistra) è uno dei più classici e antichi esempi del mangiare di strada dei Palermitani.

Panellaro e friggitorie

Si acquistano in svariati tipi di “friggitorie”, di tipo fisso od ambulante, sulle strade di grande traffico, nei quartieri popolari o residenziali, nei quartieri nuovi, nel centro storico.

In passato il panellaro si presentava con una carretta sulla quale era montata una baracca di legno chiusa da tre lati. Una grande casseruola veniva utilizzata su un fornello in pietra lavica per la frittura, e su un ampio ripiano si mostravano le panelle già fritte contenute in piatti di alluminio, coperchio bucherellato per il sale. In un angolo emergeva una piccola collinetta di “mafalde”, una classica forma di pane con la “giggiulena” e, appesi ad un gancio, i rettangoli di carta già tagliati a mo’ di tovagliolo.

Più recentemente hanno fatto la loro apparizione le “motoape” e i furgoncini che, attrezzati di tutto punto, portano in giro il prodotto già pronto per essere cucinato a richiesta, le panelle devono essere gustate molto calde. Se si prova poi a riscaldarle il risultato non è dei migliori. Vanno gustate calde, e basta.

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