Intolleranza al lattosio? Spesso è falsa. Perché è importante non eliminare i latticini

Milioni di persone si ritengono ingiustificatamente intolleranti al lattosio

Il 40% degli italiani ha eliminato il lattosio dalla propria dieta nella convinzione di esserne intollerante, ma in molti casi non è così.
Di seguito quanto riferisce in un comunicato stampa l'Osservatorio Nutrizionale Grana Padano su come capire se si è intolleranti al lattosio davvero e perché è importante non rinunciare a latte e latticini.

Intolleranza al lattosio
Siamo davvero diventati intolleranti al lattosio?

L’intolleranza al lattosio è meno diffusa di quanto si creda. Tuttavia, la frequente incidenza di questo disturbo nella popolazione deriva spesso da test non validati scientificamente, eseguiti anche in ambienti sanitari, dalla moda vegana e da varie leggende metropolitane. Purtroppo, questo comporta spesso un’inutile esclusione di latte e derivati dalla dieta. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, questa intolleranza interessa circa il 40% degli italiani, ma ci sono milioni di persone che si ritengono intolleranti e per questo eliminano latte e latticini dalla dieta ingiustificatamente.

I numeri degli intolleranti al lattosio

L’Osservatorio nutrizionale Grana Padano ha realizzato un nuovo studio su un campione di 6.000 persone da cui emerge che:

  • il consumo di latte e derivati è calato del 5% in due anni, nonostante l’industria alimentare abbia aumentato l’offerta di alimenti delattosati.
  • Il 31% non consuma nessun tipo di latte,
  • il 77% non utilizza il latte intero,
  • il 41% non utilizza latte parzialmente scremato.
  • lo yogurt non è consumato dal 30% degli intervistati
  • il 48% assume meno di 100 g di formaggio fresco o 50 g di stagionato alla settimana (come consigliato invece dalla dieta mediterranea).

Perché è importante non eliminare latte e derivati

Gli studi scientifici più recenti dimostrano che l’abolizione totale di latte e derivati non ha alcun senso: in una dieta equilibrata è un errore eliminare, o ridurre significativamente, il consumo di latte e latticini. Considerato anche che l’intolleranza primaria (la più comune) è causata da un’insufficiente presenza dell’enzima lattasi e che la reintroduzione controllata di latte e latticini stimola la produzione di lattasi e porta il soggetto intollerante a digerire il lattosio nelle porzioni consigliate dalle linee guida di una equilibrata alimentazione.

«È in atto ormai da alcuni anni una "campagna" contro latte e latticini, non giustificata da evidenze scientifiche – spiega la Prof.ssa Michela Barichella dell’Università degli Studi di Milano e membro del Comitato scientifico dell’Osservatorio nutrizionale Grana Padano - È sempre più frequente l’utilizzo di bevande vegetali al posto del latte e chi ha un’intolleranza al lattosio, anche solo lieve o moderata, tende a eliminare tutti i latticini e quindi nutrienti come calcio, zinco, fosforo, selenio, vitamina A, B12 e proteine ad alto valore biologico con i 9 aminoacidi essenziali. Le bevande vegetali non sono in grado di apportare sufficientemente tali nutrienti. Inoltre, anche in caso d’intolleranza si possono assumere i nutrienti del latte da formaggi che ne sono dei veri concentrati e naturalmente privi di lattosio come il Grana Padano DOP».
L’intolleranza al lattosio è dose dipendente, è importante non eliminare completamente il lattosio dalla dieta, salvo i casi gravi, perché la mancata introduzione dello zucchero del latte comporta inevitabilmente la perdita dell’enzima che lo digerisce: la lattasi.
Un’insufficiente presenza dell’enzima lattasi può causare intolleranze più o meno gravi o temporanee. L’intolleranza al lattosio ha quindi diverse facce e si può presentare con sintomi più o meno acuti secondo la quantità di enzimi presenti in grado di digerire quantità più o meno grandi di lattosio, ma di che intolleranza si tratta non è chiaro a tutti coloro che si ritengono intolleranti e per questo spesso escludono totalmente latte e latticini.

Come verificare l'intolleranza al lattosio

L’intolleranza al lattosio va verificata, non può essere solo supposta, e per farlo occorre sottoporsi all’Hydrogen Breath Test, un’indagine affidabile eseguita in ambito ospedaliero: prevede la somministrazione di una dose standard di lattosio per poi misurare l’idrogeno espirato, la cui quantità indica l’intolleranza che può essere grave, lieve o moderata. Proliferano invece proposte di test e autodiagnosi, non solo su Internet, che aumentano la diffusione dell’idea che latte, latticini e formaggi facciano male alla salute. Questa idea costituisce un pericolo per la salute pubblica perché aumenta la riduzione del consumo di alimenti che invece sono correlati a importanti benefici per la salute.

Benefici apportati da latte, latticini e formaggi

Come dimostra la ricerca scientifica degli esperti dell’Osservatorio Grana Padano molti sono i benefici apportati da latte, latticini e formaggi, di cui i principali sono:

Muscoli e ossa

La superiorità biologica e l’elevata disponibilità delle proteine di latte e formaggi, insieme all’alto contenuto di vitamina B12 e minerali biodisponibili come il calcio, rallentano la perdita di massa muscolare (sarcopenia) e di massa ossea riducendo il rischio di osteoporosi e carie dentarie.

Anti-aging

Le proteine della caseina, aminoacidi come la lattoferrina e gli enzimi contenuti in alte quantità in latte e derivati hanno un effetto anti-aging, combattono i radicali liberi e lo stress ossidativo grazie anche al contenuto di zinco, selenio e vitamina A.

Perdita di peso

Assunti nelle quantità adeguate alle esigenze energetiche e nel rispetto dell’equilibrata alimentazione, i formaggi hanno un impatto neutro sul peso corporeo, se non addirittura una protezione della massa magra. Se inseriti in una dieta ipocalorica, aiutano a perdere più chili e snelliscono il girovita.

Difese immunitarie

I formaggi stagionati come il Grana Padano DOP o il Provolone sono ricchi di acido butirrico, un potente antinfiammatorio riequilibrante del microbiota intestinale.

Colesterolo

Una dieta per il controllo del colesterolo deve avere un consumo moderato di zucchero e carni e può prevedere il consumo di latte e formaggi secondo le quantità e frequenze settimanali dell’equilibrata alimentazione.

Malattie cardiovascolari

Il consumo di latte e derivati non è associato al rischio cardiovascolare, anzi. È invece associato a una protezione e al diminuito rischio di ipertensione.

Fonte: Com. stampa dell'Osservatorio Grana Padano - Desenzano del Garda 28 Ottobre 2021.

redazione Alimentipedia

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