Settore agroalimentare: è possibile ridurre l’impatto ambientale nella gestione della supply chain?

Settore agroalimentare: è possibile ridurre l’impatto ambientale nella gestione della supply chain?

La qualità dei prodotti che portiamo ogni giorno sulle nostre tavole è il frutto dell’impegno costante e rigoroso profuso da tutti gli attori della filiera agroalimentare, che, in ogni fase, svolgono le proprie mansioni seguendo rigidi protocolli definiti dalla normativa vigente nel nostro Paese, che fa riferimento a regolamenti UE costantemente aggiornati.

A meritare le attenzioni maggiori sono i cosiddetti alimenti deperibili, vale a dire i prodotti freschi, termosensibili e surgelati che, per evitare alterazioni che andrebbero a comprometterne salubrità e proprietà organolettiche, necessitano di essere sempre movimentati, dalla produzione alla consegna ai negozi di prossimità o ai centri della GDO, nel pieno rispetto della catena del freddo, vale a dire all’interno di determinati intervalli di temperatura.

Per evitare shock termici lungo la filiera, è importante per le realtà del settore avvalersi di appositi servizi di trasporto e logistica a temperatura controllata, messi a disposizione da operatori specializzati nella gestione della supply chain agroalimentare.

Il tutto con uno sguardo che richiede di essere sempre più orientato anche verso la sostenibilità: anche amministrare la catena di approvvigionamento, infatti, contribuisce a incrementare l’impronta ecologica del settore. In ogni caso, al giorno d’oggi sono sempre di più le strategie che possono essere attuate per ridurre l’impatto ambientale della catena del freddo e favorire l’affermazione di una vera e propria green supply chain.

  1. Trasporto e logistica a temperatura controllata: come guardare alla sostenibilità

Il trasporto degli alimenti deperibili viene effettuato avvalendosi di appositi mezzi refrigerati che vanno dai piccoli furgoni ai grandi autoarticolati. 

Per esempio, la movimentazione dei surgelati avviene in genere attraverso semirimorchi frigoriferi con controllo totale della temperatura negativa.


Alla luce di questo scenario, è evidente che per impattare meno sull’ambiente sarà sempre più importante promuovere una mobilità più sostenibile, impiegando mezzi meno impattanti per l’ambiente e promuovendo stili di guida meno inquinanti.

La logistica degli alimenti deperibili si avvale di magazzini refrigerati per ogni gamma di temperatura ma anche di appositi software di gestione con cui pianificare al meglio ogni operazione legata allo stoccaggio delle merci o al loro transito per il magazzino, così come al trasporto. 

L’automatizzazione contribuisce già in modo importante alla riduzione dell’impronta ecologica della logistica, dato che ottimizza l’analisi dei KPI logistici, andando a determinare gli aspetti su cui intervenire per evitare sprechi, favorendo la razionalizzazione delle consegne, l’ottimizzazione delle spedizioni e l’eliminazione di viaggi inutili. 

In ogni caso, è possibile andare a impattare meno sull’ambiente anche adottando altre strategie, per esempio riducendo l’impronta ecologica determinata dall’energia elettrica consumata dai magazzini.

  1. Le aziende che promuovono una catena del freddo più sostenibile 

Tra le realtà che hanno riconsiderato i propri piani organizzativi abbracciando una visione più sostenibile è possibile annoverare STEF, uno dei principali operatori a livello europeo per quello che riguarda la gestione dei servizi di trasporto e logistica a temperatura controllata.

In particolare, l’azienda ha introdotto varie strategie volte a diminuire l’impronta ecologica legata all’amministrazione della catena di approvvigionamento con il programma Moving Green, che si concentra su quattro diversi ambiti.

Innanzitutto, STEF punta a rendere più sostenibile il trasporto degli alimenti riducendo del 30% le emissioni di CO2 dei veicoli refrigerati entro il 2030. Per concretizzare l’obiettivo, l’azienda sta intervenendo su più fronti, che vanno dall’ottimizzazione dei fattori di carico e dei modelli di trasporto all’introduzione nella flotta di mezzi a basso impatto ambientale, fino ad arrivare alla sensibilizzazione degli autisti sull’importanza di una guida virtuosa per ridurre i consumi di carburante e, di conseguenza, inquinare meno il Pianeta.

Dal punto di vista delle attività di magazzino, l’impegno di STEF è volto al raggiungimento di una catena del freddo responsabile, in cui arrivare a consumare nei suoi edifici il 100% di elettricità a basse emissioni, attraverso l’installazione di un numero sempre più elevato di impianti fotovoltaici e dell’incremento dell’acquisto di energia rinnovabile certificata.

L’iniziativa ha anche portato all’introduzione di impegni condivisi con i propri clienti per la riduzione delle loro emissioni. L’impegno coinvolge anche i collaboratori e le collaboratrici di STEF, impegnati in una serie di progetti a sostegno dell’ambiente, con un focus sulla biodiversità e su tutte le nuove sfide introdotte dai cambiamenti climatici.Con questo programma che guarda tanto al breve quanto al lungo termine, STEF si impegna quindi attivamente nel rendere la supply chain agroalimentare più sostenibile, dimostrando di essere tra quegli attori della filiera già pienamente consapevoli di come, al giorno d’oggi, un elevato livello di servizio nel settore non possa prescindere dal rispetto per il Pianeta.

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