Pignolata alla messinese

In Sicilia ogni festa ha il suo dolce, e la pignolata messinese è tra i più iconici. Nata come dessert di Carnevale, oggi è presente sulle tavole tutto l’anno, simbolo di una città che ama i contrasti: bianco e nero, morbido e croccante, dolce ma con carattere. È un dolce che racconta la storia di Messina, della sua pasticceria elegante e della sua eredità spagnola. La pignolata nasce come dolce “povero”, fritto in olio e legato dal miele, ma la versione messinese che conosciamo oggi è figlia di un’evoluzione nobilissima. Nel XIX secolo, le pasticcerie locali sostituirono il miele con due glasse: una bianca al limone e una scura al cioccolato, quasi a simboleggiare i due volti della città. Da allora, la pignolata messinese è diventata un capolavoro di contrasti e armonia, servita in ogni festa e spesso preparata anche a Natale o Pasqua, perché, diciamolo, un boccone di pignolata non si nega mai.
Ingredienti per 4 persone
- 300 g di farina 00
- 3 uova intere
- 30 g di zucchero
- 30 g di burro morbido
- Un pizzico di sale
- La scorza grattugiata di un limone non trattato
- Olio di semi di girasole per friggere
Per la glassa bianca:
- 150 g di zucchero a velo
- Succo di limone q.b.
Per la glassa al cioccolato:
- 100 g di cioccolato fondente
- 20 g di burro
- Un cucchiaio di latte
Procedimento
La magia della pignolata comincia da un impasto semplice ma perfetto. In una ciotola capiente disponi la farina a fontana, aggiungi al centro le uova, lo zucchero, il burro morbido, la scorza di limone e un pizzico di sale. Lavora l’impasto con le mani fino a ottenere una consistenza liscia, morbida ma non appiccicosa. È importante non aggiungere troppa farina: la pasta deve restare elastica, altrimenti i piccoli bocconcini risulteranno duri dopo la frittura.
Avvolgi l’impasto nella pellicola e lascialo riposare per circa 30 minuti. Questo passaggio serve a far rilassare il glutine e ottenere un risultato più friabile.
Trascorso il tempo, dividi l’impasto in più parti e, su un piano infarinato, forma dei bastoncini dello spessore di un mignolo. Tagliali a piccoli tocchetti, grandi come delle nocciole, e disponili su un vassoio infarinato, in modo che non si attacchino tra loro.
Nel frattempo, scalda abbondante olio di semi in una padella profonda. Quando è ben caldo (170-175°C), friggi i pezzetti d’impasto in più riprese, mescolando con una schiumarola per farli dorare in modo uniforme. Devono risultare gonfi, dorati e croccanti. Scolali su carta assorbente e lasciali raffreddare completamente.
Ora arriva la parte più scenografica e golosa: la glassatura.
Per la parte bianca, mescola lo zucchero a velo con poche gocce di succo di limone, fino a ottenere una glassa liscia e lucida. La consistenza dev’essere densa, in modo da rivestire bene i bocconcini senza colare troppo.
Per la parte nera, sciogli il cioccolato fondente a bagnomaria con il burro e un cucchiaio di latte. Mescola fino a ottenere una glassa vellutata e lucente.
A questo punto, dividi le palline fritte in due ciotole: in una versa la glassa bianca, nell’altra quella al cioccolato. Mescola con delicatezza per ricoprirle in modo uniforme.
Disponi le due varianti su un piatto da portata, creando la classica forma a cupola o alternando i colori, proprio come nella tradizione messinese. Lasciale asciugare a temperatura ambiente finché la glassa non si sarà rappresa.






