Semi di Tuscia: la food forest che cresce sulle rive del Lago di Bolsena

Semi di Tuscia: la food forest che cresce sulle rive del Lago di Bolsena

Nel cuore della Tuscia, tra le colline che abbracciano il Lago di Bolsena, Stella e Lorenzo hanno trasformato un sogno in realtà. Dopo anni di vita in città, hanno fondato Semi di Tuscia, un’azienda biologica che unisce agroforestazione, piccoli frutti e amore per la terra. Li abbiamo incontrati per farci raccontare come nasce una food forest e cosa significa fare agricoltura rigenerativa oggi.

Come avete progettato la food forest di piccoli frutti?

Stella: Tutto è iniziato nel 2023, con un tirocinio insieme all’associazione Terra! dove abbiamo scoperto i principi dell’agricoltura sintropica. Da lì abbiamo deciso di creare un impianto ispirato a un bosco naturale: mirtilli, more e lamponi circondati da alberi da frutto come gelsi, fichi, cachi, melograni, mandorli e ciliegi.
L’idea è quella di costruire un ecosistema che si sostiene da solo, dove ogni pianta aiuta l’altra a crescere. Niente chimica, solo pacciamatura naturale, irrigazione a goccia e tanta osservazione. È un modo di coltivare più lento, ma anche più rispettoso e stabile nel tempo.

Pensate di inserire anche animali nei vostri sistemi agroforestali?

Stella: Sì, è nei nostri piani. Vorremmo inserire galline in un’area dedicata per tenere pulito il suolo e concimare naturalmente. In un sistema agroforestale piante e animali possono convivere e aiutarsi a vicenda. È un passo che faremo con calma, ma fa parte della nostra idea di azienda “viva”, dove ogni elemento ha una funzione e un equilibrio.

Come vi siete conosciuti e com’è nato Semi di Tuscia?

Stella: Ci siamo conosciuti a Roma. Io lavoravo in una ONG, Lorenzo era un fisico sperimentale. Entrambi avevamo il desiderio di cambiare vita e tornare a un rapporto più diretto con la natura. Dopo tante ricerche abbiamo trovato un terreno a Marta, sul lago di Bolsena, e ce ne siamo innamorati subito.
Siamo partiti prendendo in affitto un uliveto, impiantando e seminando quasi un ettaro di piante aromatiche varie. Oggi, oltre a queste colture, abbiamo anche piccoli frutti e alberi da frutto e produciamo olio, composte, tisane e pesti.

È stato un percorso impegnativo, ma ogni giorno vediamo crescere qualcosa di nostro.

Perché proprio la Tuscia?

Stella: La Tuscia è un posto speciale. Il suolo vulcanico è ricchissimo, il clima è perfetto e la natura è ancora autentica. Qui si sente la storia agricola, ma anche tanta voglia di innovare, lo dimostra il fatto che la Tuscia sta attirando molte aziende agricole “neo rurali” provenienti da varie parti di Italia e non solo.
Volevamo mettere radici in un territorio che avesse un’anima e che ci permettesse di costruire qualcosa di duraturo. Oggi, quando guardiamo il lago e i nostri alberi, capiamo di aver fatto la scelta giusta. Per aiutare a preservare questo paesaggio unico aderiamo anche al Biodistretto del Lago di Bolsena, un’associazione di tutela ambientale che racchiude aziende, enti di ricerca, comuni e singole persone con un unico obiettivo. 

Qual è la vostra visione dell’agroecologia?

Stella: Significa lavorare con la natura, non contro di lei. Non usiamo pesticidi né diserbanti: preferiamo soluzioni naturali, sovescio, compost e pacciamature vegetali. Anche gli scarti delle potature restano in campo per nutrire il terreno.
L’agroecologia è un modo di pensare prima ancora che di coltivare: osservare, sperimentare, imparare. Ogni scelta parte dal rispetto per la terra e dalla voglia di produrre cibo sano e buono senza impoverire l’ambiente.

Dove possiamo trovare i vostri prodotti?

Stella: Sul nostro sito ufficiale www.semidituscia.it si possono acquistare olio, composte, pesti, tisane e altri trasformati. Riforniamo anche con piccole enoteche e botteghe alimentari qui in zona, ma anche in diverse città italiane. Durante la stagione estiva collaboriamo spesso con gelaterie e pasticcerie locali per la fornitura di piccoli frutti, prevalentemente more, per realizzare le loro bontà. 

Ogni acquisto è un modo per sostenere un’agricoltura più sostenibile e consapevole, che rispetta la terra e chi la coltiva.

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