Cous cous

O cuscus. Il procedimento originale e antico per preparare il cous cous

Cous cous
Cous Cous, come si presenta

Di origine maghrebina, primordiale e leggero a base di semola di grano, viene servito con diversi condimenti, dalla carne al pesce alle verdure e porta con sè tradizione e costumi.

Cos'è il cous cous

In passato l’ingrediente base del cous cous era principalmente la semola di grano, Triticum durum, quella farina granulosa che si può produrre con una macinatura grossolana ottenuta da macchine primitive.
Oggi con questo nome ci si riferisce anche ad alimenti preparati con cereali diversi, come orzo, miglio, sorgo, riso, o mais. Il cous cous può essere fine, medio o grosso, bianco o bruno, e può essere cucinato con burro, olio, speziato o no, salato o dolce, alla carne, al pesce, alle verdure, alle erbe. In Marocco, Algeria, e Tunisia, il cuscus è il piatto-base.
Vedi anche la ricetta del Cous cous tostato dello chef Marcello Valentino.

Informazioni generali

Ricette col cous cous

Questa semola si presta a una varietà infinita di piatti: da quello più semplice con lo smen, un burro "fermentato" e un bicchiere di latte cagliato, ai ricchissimi cous cous delle feste di matrimonio e di ricevimento serviti con broccoli, carne di maiale o preparato nella versione dolce, con cannella, uva passa, fichi, mandorle e pistacchi, oppure con il pesce fritto.
È un piatto che si adatta, si trasforma, accontenta sia ricchi che poveri, carnivori e vegetariani, tradizionalisti e creativi.
Il condimento classico è quella con la carne di montone, di agnello, di pollo o anche di manzo a cui possono essere aggiunti altri ingredienti a piacere. Anche gli aromi possono variare.
Si può per esempio unire in cottura alla zuppa di pesce una bustina di zafferano o sedano oppure alcune foglie di alloro.

Lavorazione tradizionale

Macinatura

Il lavoro comincia con la macinatura del grano al mulino e con la setacciatura della semola dividendo il grosso dal fine. Durante questa fase viene recuperato anche lo "spezzato" utile a preparare il "burghol" o il "tabulè".

Mafaradda per il cous cous
Mafaradda

La Mafaradda Siciliana, foto sopra, è l'antico e tradizionale piatto largo e basso, a pareti svasate, di legno o di terracotta, utilizzato anche come piatto di portata, in cui si versa la farina di semola, un bicchiere d’acqua, un grosso pizzico di sale e, in qualche regione, piccole quantità di farina.

Incocciare

Cous Cous incocciare
Donne che incocciano

Si spruzza dell’acqua salata, e si inizia a "incocciare", che significa aggregare, ossia a lavorare la semola con le mani, le dita leggermente aperte e il palmo sollevato, con movimenti circolari, sempre nella stessa direzione, fino a ottenere delle palline non più grandi di una capocchia di spillo.

Si continua a lavorare la semola fino ad ottenere delle palline piccolissime che vengono versate in un piatto fondo di vimini, per essere separate le une dalle altre.

Vengono lasciate asciugare un quarto d’ora in un cestino e poi si ricomincia a lavorare , "rotolare", il cous cous per farlo passare attraverso setacci di diverse dimensioni.

Il cous cous deve essere lasciato asciugare per tre ore su una tovaglia. Per conservarlo va tenuto in un luogo molto asciutto, in terrazze soleggiate, e per molti mesi in giare di terracotta ermeticamente chiuse.

Dimensioni delle pallottole

  • Il cous cous più grande, chiamato m’hamas, è della dimensione di granelli di pepe.
  • I granelli di dimensione media sono quelli utilizzati più comunemente (il migliore per l'agnello),
  • Cous cous fine viene per lo più utilizzato nella preparazione di cuos cous dolci o col pesce.

L’ultimo setaccio divide il cous cous grosso dalla "mazlouga" che è in tutto simile alla fregola sarda e si usa nelle minestre invernali. Questo procedimento richiede una lavorazione molto prolungata.

Lavorazione moderna

Oggigiorno la produzione del cuscus è in gran parte meccanizzata per essere largamente venduto sui mercati di tutto il mondo.

Varietà di cous cous

In Algeria, Tunisia e Marocco, il cuscus viene generalmente servito con verdure (carote, rape, ecc.) lessate in un brodo più o meno piccante, e qualche tipo di carne (di solito, pollo, agnello o montone); in Marocco, sul cuscus si può trovare anche del pesce in salsa agrodolce con uvetta e cipolle; in alcune regioni della Libia si usano anche pesce e calamari. Il brodo della carne in Tunisia è rosso, con pomodoro e peperoncino, mentre in Marocco di solito è giallo. Vi sono perfino ricette brasiliane che prevedono il cuscus bollito messo in una forma con altri ingredienti a mo' di timballo.

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Informazioni culinarie

Come cucinare e utensili necessari

Il cuscus dovrebbe essere passato al vapore due o anche tre volte. Quando è cotto come si deve è morbido e leggero, non dovrebbe essere gommoso né formare grumi.

La Cuscussiera

Cuscussiere
Tipi di cuscussiere in commercio

Il cous cous va cotto a vapore in un tegame simile ad uno scolapasta: la cuscussiera, foto sopra, costituita da due parti, quella inferiore, e quella superiore forata sul fondo tipo scolapasta.

Dove acquistare la cuscussiera

È possibile trovare la cuscussiera nei negozi di casalinghi più forniti, ma è ancor più facile trovarla online.
Scegli la tua ► Cuscussiera

Come si usa la cuscussiera

  • Nella parte bassa si mette abbondante olio d’oliva, qualche spicchio d’aglio, spellato o in camicia a piacimento, un piccolo peperoncino, e a fuoco vivo si rosola e qualche spezia e si aggiunge un brodo di carne, o di pesce o di verdure.
  • Quando dalla couscousiera usciranno dei fumi vorrà dire che l'acqua (o brodo) bolle.
  • A questo punto adagiare lentamente il cous cous inumidito e sgranato nella couscousiera. Regolare il fuoco ad intensità media e sistemare un canovaccio di cotone sopra la couscousiera per non disperdere il vapore.
  • Dopo cinquanta minuti circa rovesciare il contenuto in un grande piatto, largo abbastanza per continuare a sgranare e inumidire la semola lentamente e a piccole quantità con due bicchieri d'acqua e mezzo bicchiere d'olio, aggiustare di sale. Se l'acqua dentro la couscousiera si dovesse asciugare troppo aggiungetene e mentre sgranate il cous cous aspettate che riprenda a bollire.
  • Appena bolle rimettere la pentola con i buchi e sopra riadagiare il cous cous.
  • Aspettare altri 50 minuti e rifare lo stesso lavoro senza aggiungere olio ma solo un po' d'acqua. Alcuni fanno quest'ultima sgranata con il brodo cotto nella couscousiera, sicuramente il cous cous verrà più buono, ma anche più deperibile.

Cuscus nel mondo

In Tunisia e Marocco

Questo piatto è l'alimento tradizionale di tutto il Nordafrica (Algeria, est del Marocco, Tunisia, e Libia), definibile come "piatto nazionale" dei Berberi. Oltre che nel Maghreb, esso è molto diffuso anche nell' Africa Occidentale.

In Israele

Il cuscus nella cucina israeliana conosciuto anche come cuscus in perle, è una versione del cuscus a grani più grossi, che viene servito in modi diversi.

In Europa

In Francia è il secondo piatto preferito dai francesi. È molto consumato anche in Belgio.

In Sicilia

A San Vito Lo Capo e in tutta la costa Trapanese, da Mazara del Vallo a Marsala sino alle isole Egadi, il cous cous si è sposato con la tradizionale zuppa di pesce, la "ghiotta", sostituendo il pesce alla carne, ingrediente tradizionale dei Berberi. Il cuscus preparato nel trapanese, in Sicilia, è cotto a vapore in una speciale pentola (couscoussiera) di terracotta smaltata. Un'altra fondamentale differenza tra cous cous siciliano e tunisino, sta nel modo di incocciare, cioè lavorare a mano la semola, che è più grossa nel Trapanese per la tipologia delle macine dei mulini locali.

In Sardegna

Il cascà o cashcà è una variante del cuscus, rappresentava un piatto povero ed era condito con verdure tipo il cavolo cappuccio o il cavolfiore ed i ceci. Col tempo il piatto si è evoluto, ed alla ricetta base si sono aggiunte le varie verdure di stagione e la carne suina. Il piatto è divenuto cibo della festa in epoca recente, preparato soprattutto in occasione della festa patronale di San Carlo. La lavorazione con le mani è un po' diversa da quella siciliana o nord africana. Inoltre in Sardegna viene lavorato su un tagliere piano. Tipico è quello di Carloforte

In America

Negli Stati Uniti il cuscus è utilizzato come tipo di pasta, probabilmente per influsso degli immigranti siciliani.

Come si mangia

Cous cous tunisino
Donne tunisine

Nella tradizione africana il cous cous viene consumato seduti tutti insieme attorno a un grande piatto rotondo con la carne o il pesce e le verdure al centro, a cui attingono tutti i commensali. Il brodo viene servito in una ciotola a parte, e ogni commensale può aggiungerlo a piacere.
Prima di iniziare il pasto a base di cous cous viene sussurrato "Biss’mi Allah" ("in nome di Dio"), una preghiera di benedizione per la mensa. Poi si procede intingendo le tre dita della mano destra nel cous cous, come precisa il corano, poiché con un dito mangia il diavolo, con due il profeta e con cinque l’ingordo. Si forma con le mani una pallina di semola sgranata attorno a un pezzetto di verdura o carne o pesce utilizzando le mani, ognuno attinge alla porzione davanti a sé nel piatto. Per servirsi non si utilizzano posate ma pane non lievitato.

Harissa
Harissa

In una ciotola a parte viene servita l’harissa (foto sopra), una salsa molto piccante tipica del Nordafrica e diffusa soprattutto in Tunisia a base di peperoncino rosso fresco, aglio, olio d'oliva. L'harissa ha la consistenza di una pasta.

In Italia oggi viene servito e mangiato come una qualsiasi altra pietanza, con le posate e con gli ingredienti non solo poveri disponibili.

Come servire

Portare in tavola tutti gli ingredienti, insieme con il cous cous, e lasciare che ognuno prepari il suo a proprio gusto e piacere. 

Cous cous subito pronto

Se non si ha tempo o manualità, si può utilizzare il cous cous precotto che si trova facilmente anche nei supermercati. Il cuscus che si trova in vendita nei nostri supermercati è solitamente passato al vapore una prima volta e poi essiccato, e le istruzioni sulla confezione consigliano di aggiungervi un po' di acqua bollente per renderlo pronto al consumo. Questo metodo è rapido e facile da preparare: basta mettere il cuscus in una ciotola e versarvi sopra l'acqua o il brodo bollente, coprendo poi la ciotola con un foglio di plastica. Il cuscus si gonfia e nel giro di pochi minuti è pronto da servire, dopo averlo rimescolato con una forchetta.

Si consiglia

Diversamente da come indicato sulle confezioni, di cucinarlo a vapore. Cuocendolo per un’ora e più a vapore, mescolando spesso per evitare i grumi grumi si ottiene una semola più soffice. Versare il tutto in un piatto grande e fondo, di portata e lavorarlo con burro e olio extravergine d’oliva. Condirlo a piacere.

Utensili

Couscoussiera. È la pentola speciale per cuocere il cous cous a vapore. In Sicilia ed è perlopiù di terracotta smaltata. Al giorno d'oggi ne esistono anche in rame e alluminio. In mancanza della couscoussiera si può utilizzare uno scolapasta di metallo appoggiato su una pentola in cui far bollire l'acqua o il brodo con le verdure, la carne o il pesce.

Mafaradda. In Sicilia è l'apposito contenitore di terracotta verniciata a pareti ricurve e fondo piatto, in cui vengono legati i granelli di semola.

Lemmo. Chiamato lemmu in Sicilia, è il recipiente di terracotta verniciata svasato che serve a contenere la semola già lavorata.

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Informazioni geografiche

Zona di origine

 Il cous cous affonda le sue radici nel Maghreb, terra dei berberi, la popolazione indigena dell’Africa Settentrionale. Il processo di cottura tipico del cuscus, la cottura a vapore dei grani sul brodo in una pentola speciale, potrebbe avere avuto origine prima del decimo secolo in un'area dell'Africa Occidentale che comprende gli attuali Niger, Mali, Mauritania, Ghana, e Burkina Faso. Il couscous ha viaggiato nell'Africa subsahariana, dal Ciad al Senegal, per raggiungere i paesi mediorientali e diventare uno dei piatti più diffusi in Francia, in Grecia e in tutto il bacino mediterraneo, soprattutto in Sardegna (Carloforte), nel livornese e nel trapanese (San Vito Lo Capo).

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Informazioni nutrizionali

Pare che, per i nutrizionisti, la granella di frumento duro di cui è composto il cous cous, grazie all'elevato apporto di fibre, stimoli l'intestino e aiuti il corpo a liberarsi della scorie dannose che possono favorire la formazione di tumori, come quello al colon.

Celiachia

ATTENZIONE! Couscous da cereali permessi può contenere glutine in quantità superiore ai 20 ppm o a rischio di contaminazione e per i quali è necessario conoscere e controllare l’ingredientistica ed i processi di lavorazione.
Consultare il medico di fiducia.

Calorie del cous cous

Per ogni 100 gr di prodotto: 376 Kcal

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Informazioni culturali

Origine del nome e storia

Il termine “couscous” è di derivazione araba ed ha il significato di “tritato (o ridotto) in minutissimi pezzi”.

È uno dei pasti più antichi che si insediò in Italia, grazie agli arabi che diffusero questa pietanza, retaggio di una dominazione avvenuta secoli fa, dal nord Africa al Medio Oriente, dalla Francia all’Italia.

Uno dei primi riferimenti scritti al cuscus viene dall'anonimo autore di un libro di cucina dell'Andalusia musulmana del XIII secolo. Sempre nel XIII secolo uno storico siriano di Aleppo cita il cuscus in quattro occasioni.
Uno dei primi riferimenti al cuscus in Europa settentrionale è in Bretagna, in una lettera datata 12 gennaio 1699. Ma già molto tempo prima esso aveva fatto la sua comparsa in Provenza, dove il viaggiatore Jean Jacques Bouchard scrive di averlo mangiato a Tolone nel 1630.

Cous cous Fest

Cous cous Fest
Cous cous Fest

A San Vito Lo Capo (TP): "Cous cous Fest" e da parecchi anni nel mese di aprile a Carloforte (CI) si tiene la "Sagra del Cuscus Tabarkino".

Curiosità

Un'opera buona

Secondo l’Islam, una delle più meritevoli azioni che un vero devoto deve fare, è distribuire del cous cous ai “fratelli “ poveri, questo gesto è parte integrante della "sadaga", l’elemosina.

Se manca il pesce

In inverno, quando il pesce scarseggia, la tradizione popolare siciliana vuole che il brodo s’insaporisca con un pezzo di roccia di scoglio e con le alghe. Un vecchio proverbio della zona dice: "Si nun c’ù pisci, u cunzamo cu scogghiu di mari” ( Se non con il pesce, lo prepariamo, lo condiamo con lo scoglio del mare).

Per non disperdere il vapore

Nella ricetta tradizionale, al posto dell’asciugamano annodato si utilizzava un cordone fatto di pasta di pane.

Dolce prelibato

In Marocco a volte il cuscus viene servito anche alla fine del pasto o da solo, come prelibatezza chiamata seffa, che prevede mandorle, cannella e zucchero. È tradizione servire questo dessert insieme a latte aromatizzato con acqua di fiori d'arancio, oppure lo si può servire in una ciotola da solo con siero di latte come minestra leggera per cena.

Nei negozi in Francia

Il piatto è oggi popolare anche in Francia, dove per cuscus si intende di solito il cuscus con il suo contorno. Nei negozi e supermercati francesi si possono trovare confezioni contenenti una scatola di cuscus precotto di rapida preparazione ed una lattina di verdure, solitamente con la carne.

Modi di dire e proverbi

Si nun c’ù pisci, u cunzamo cu scogghiu di mari. Cioè: se non con il pesce, lo prepariamo, lo condiamo con lo scoglio del mare.

Anche detto

Cuscus o cuscussù.

Nelle altre lingue

In Inglese, Tedesco, Spagnolo si dice cous cous.
In Francese: couscous.

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Redazione Alimentipedia

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I vostri commenti

Mi diletto, ora che sono in pensione, a cucinare utilizzando sempre prodotti genuini. Cucino spesso il cous cous con la semola grossa prodotta nel cagliaritano e vi dico che mi viene molto bene. Proverò il cous cous in dolce che non pensavo si potesse fare. Mi piacerebbe sapere dove posso trovare la semola per preparare il cous cous che si porduce a San Vito Lo Capo. Saluti ENRICO pINNA sPADA

Ho trovato le informazioni molto interessanti anche se abbastanza generiche e non approfondite rispetto al motivo della mia ricerca. tuttavia ho ricavato le informazioni di base che mi servivano e le ho integrate ad altre informazioni trovate in altri siti.
Comunque grazie

Per fare il cous cous utilizzo sempre la semola grossa che si produce nel cagliaritano e viene sempre un ottimo piatto molto gradito da tutti gli amici che hanno gustato il mio piatto. Utilizzo sempre prodotti sardi genuini che mi è facile recuperare nelle nostre aziende. La ricerca fatta a San Vito Lo Capo è stata fatta con lo scopo di conoscere nuove metodologie di preparazione del piatto. E' Stato molto istruttivo ma preferisco sempre la metodologia Carlofortina. Saluti Enrico Pinna Spada

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